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30 gennaio 2006

How to Do What You Love

Un articolo di Paul Graham (il primo che ho letto, per la verità) dal titolo "How to Do What You Love"; l'ho trovato interessante, e l'ho tradotto in italiano. Se conoscete l'inglese vi suggerisco di leggere l'originale.


Come fare ciò che ami fare


Gennaio 2006

Per fare bene qualcosa devi amare farlo. L'idea non è precisamente una novità. L'abbiamo ridotta a cinque parole: "Fai ciò che ami fare". Ma dirlo alle persone non è sufficiente. Fare ciò che ami fare è difficile.

L'idea stessa esula da quanto la maggior parte di noi impara da giovane. Quando ero piccolo, sembrava che lavoro e divertimento fossero contrari per definizione. La vita aveva due stati: per una parte del tempo gli adulti ti facevano fare delle cose, e quello era chiamato lavoro; il resto del tempo potevi fare quello che volevi, e quello era detto giocare. Occasionalmente le cose che ti facevano fare gli adulti erano divertenti, proprio come, occasionalmente, giocare non lo era-- per esempio, quando cadevi e ti facevi male. Ma fatta eccezione per pochi casi anomali, il lavoro era abbastanza ben definito come non-divertimento.

E non sembrava essere un caso. La scuola, implicitamente, era noiosa proprio perché era la preparazione al lavoro da grandi.

Il mondo era diviso in due gruppi, i grandi e i piccoli. I grandi, come una sorta di razza maledetta, dovevano lavorare. I piccoli non dovevano lavorare, ma dovevano andare a scuola, che era una versione diluita del lavoro intesa come preparazione per quello vero. Per quanto non ci piacesse le scuola, i grandi erano tutti d'accordo sul fatto che il lavoro da grandi era peggio, e che noi ce la spassavamo.

Gli insegnanti in particolare sembravano credere implicitamente che il lavoro non fosse divertimento. La qual cosa non è sorprendente: il lavoro non era divertente per la maggior parte di essi. Perché dovevamo imparare a memoria le capitali anziché giocare a palla? Per lo stesso motivo per cui loro dovevano occuparsi di un branco di ragazzini anziché starsene sdraiati su una spiaggia. Semplicemente non potevi fare quello che ti andava.

Non sto dicendo che dovremmo lasciar fare ai ragazzi tutto ciò che vogliono. Può essere necessario far fare loro determinate cose. Ma se facciamo lavorare i ragazzi su cose stupide, sarebbe il caso di spiegare loro che la ripetitività non è propriamente qualità del lavoro, che il motivo per cui lavorano su cose stupide ora è perché possano occuparsi di cose più interessanti in futuro. [1]

Una volta, quando avevo 9 o 10 anni, mio padre mi disse che io avrei potuto essere qualsiasi cosa desiderassi quando sarei stato grande, purché mi fosse piaciuto abbastanza. Lo ricordo particolarmente perché mi sembrò così anomalo. E' come se mi fosse stato detto di usare dell'acqua secca. Qualsiasi cosa ritenni che volesse dire, non pensai che significasse che il lavoro potesse essere letteralmente divertente-- divertente quanto giocare.

Mi servirono anni per afferrare il concetto.


Lavori

Alle scuole superiori, il prospetto di un vero lavoro era all'orizzonte. Adulti venivano di quando in quando per parlarci del loro lavoro, o noi andavamo a vedere come fosse il loro lavoro. Era sempre sottinteso che a loro piacesse quello che facevano. In retrospettiva, penso che a uno di loro potesse davvero piacere: al pilota di aerei privati. Ma non penso che il direttore di banca si divertisse davvero.

Il motivo principale per cui tutti agivano come se fosse loro piaciuto quel che facevano era presumibilmente una sorta di convenzione del ceto medio-alto nel quale supponevano di essere. Dire che ti fa schifo il tuo lavoro non solo sarebbe nocivo per la tua carriera, ma anche un passo falso da un punto di vista sociale.

Perché è normale fingere che ti piaccia quel che fai? E' spiegato nella prima frase di questo saggio. Se è vero che deve piacerti una cosa se vuoi farla bene, allora le persone di maggior successo amano ciò che fanno. Ecco dove si inserisce la tradizione della classe medio-alta. Come le case in tutta America sono piene di sedie che sono, senza che il proprietario ne sia al corrente, l'ennesima imitazione dell'imitazione delle sedie realizzate 250 fa per i re di Francia, le attitudini convenzionali sono, senza che chi le adotta lo sappia, l'ennesima imitazione dell'imitazione delle attitudini di persone che hanno fatto grandi cose.

Che bella ricetta per l'alienazione. Nel momento in cui i ragazzi raggiungono un'età in cui possono pensare a cosa piacerebbe loro fare, la maggior parte di essi sono già stati pesantemente fuorviati dall'idea di amare il proprio lavoro. La scuola li ha allenati a trattare il lavoro come uno spiacevole dovere. Viene detto che il lavoro è ben più pesante che studiare. Tuttavia gli adulti asseriscono di amare ciò che fanno. Non si possono biasimare i ragazzi se pensano "Io non sono come loro; non sono fatto per questo tipo di vita."

in realtà ad essi sono state dette tre bugie: le cose che sono state insegnate a scuola riguardo al lavoro non sono il vero lavoro; il lavoro da grandi non è (necessariamente) peggio della scuola; infine, la maggior parte degli adulti intorno a loro mentono quando dicono che a loro piace quel che fanno.

I mentitori più pericolosi possono essere i genitori dei ragazzi. Se accetti un lavoro noioso per garantire alla tua famiglia un tenore di vita più elevato, come fanno tantissime persone, rischi di infettare i tuoi ragazzi con l'idea che il lavoro è noioso. [2] Forse sarebbe meglio per i ragazzi se i genitori fossero un pochino più egoisti. Un genitore che sia un esempio nell'amare il proprio lavoro può aiutare i suoi ragazzi più che con una casa costosa. [3]

Fu solo all'università che l'idea di lavoro si liberò dell'idea di farsi una vita. Dopodiché la domanda importante non era come far soldi, ma su cosa lavorare. Idealmente le due cose coincidono, ma alcuni casi limite spettacolari (come Einstein all'ufficio brevetti) hanno provato che non sono proprio identiche.

La definizione del lavoro che avevo a quel punto era di produrre qualcosa di originale al mondo, senza morire di fame nel frattempo. Ma dopo tanti anni viziati la mia idea di lavoro includeva ancora grandi quantità di sofferenza. Lavorare richiedeva comunque disciplina, perché solo i grandi problemi portavano a grandi risultati, e i grandi problemi non potevano letteralmente essere divertenti. DI certo ci si doveva sforzare per lavorarci su.

Se pensi che qualcosa faccia male, sarà meno probabile che tu ti accorga di starla facendo male. Questo è quanto ho imparato all'università.

Limiti

Quanto si suppone che ti piaccia ciò che fai? Se non lo sai, non potrai mai smettere di cercare. E se, come la maggior parte della gente, lo sottostimi, tenderai a fermarti troppo presto. Finirai per fare qualcosa che hanno scelto per te i tuoi genitori, o spinto dal desiderio di far soldi, o acquisire prestigio-- o semplicemente per inerzia.

Ecco il limite superiore: "Fare ciò che ami fare" non significa "fai ciò che ti piacerebbe di più in questo istante". Anche per Einstein probabilmente c'erano momenti in cui voleva bersi una tazza di caffè, ma diceva a se stesso che prima doveva finire quello che stava facendo.

Mi lascia perplesso leggere di persone a cui piace talmente tanto quello che fanno da non esserci nulla che preferirebbero fare altrimenti. Non c'è nessun tipo di lavoro che mi piaccia così tanto. Se avessi la possibilità di (a) passare la prossima ora lavorando su qualcosa o (b) essere teletrasportato a Roma per passare quell'ora facendomi una passeggiata, c'è forse un tipo di lavoro che io preferirei? Onestamente, no.

Ma il fatto è che, più o meno chiunque vorrebbe, in qualsiasi momento, sguazzare ai Caraibi, o fare sesso, o mangiare cibi deliziosi, anziché lavorare su problemi impegnativi. La regola sull'amare quel che fai presume una certa estensione nel tempo. Il che non significa, fai quello che ti farebbe più felice in questo istante, ma cosa ti renderebbe più felice se fatto per un periodo più lungo, come una settimana o un mese.

I piaceri improduttivi alla fine diventano poco interessanti. Dopo un certo periodo di tempo ti stufi di stare sdraiato in spiaggia. Se vuoi rimanere felice, devi fare qualcosa.

Come limite inferiore, il tuo lavoro dovrebbe piacerti più di qualunque piacere improduttivo. Dovrebbe piacerti ciò che fai al punto di considerare sbagliato il concetto di "tempo libero". Il che non vuol dire che dovresti passare tutto il tuo tempo lavorando. Puoi lavorare fino a che non ti stanchi e cominci a dargliela su. Quindi vorrai fare qualcos'altro, anche qualcosa di spensierato. Ma non vedrai questo tempo come un premio e il tempo passato al lavoro come il dolore a cui ti sottoponi per avere il tempo libero.

Ho inserito un limite inferiore per ragioni pratiche. Se il tuo lavoro non è la cosa che preferisci fare, avrai dei problemi enormi nel procrastinare le cose. Dovrai sforzarti di lavorare, e il tuo risultato sarà sensibilmente inferiore.

Per essere felice penso che dovresti fare qualcosa che non solo ti piaccia, ma che ti dia soddisfazione. Devi essere in condizioni, quando sei in fondo, di dire ehi, è veramente una figata. Questo non significa che tu debba costruire qualcosa. Se impari a guidare il parapendio, o a parlare una lingua straniera in modo fluente, è abbastanza per farti dire almeno per un po' di tempo, ehi, che figata. Questo rappresenta una sorta di test.

Un campo che cade al di fuori degli standard, penso, è leggere libri. A parte certi libri di matematica e di scienza, non c'è un test per determinare quanto bene hai letto un libro, ed è questo il motivo per cui leggere libri non sembra affatto simile al lavoro. Per sentirti produttivo, devi fare qualcosa che sfrutti quello che hai letto.

Penso che il test migliore sia quello che mi ha insegnato Gino Lee: cercare di fare cose che facciano dire ai tuoi amici "ehi!". Questo metodo probabilmente non può però essere applicato con successo prima dei 22 anni, in quanto la maggior parte della gente non ha avuto sottomano un numero di campioni sufficiente per scegliere degli amici prima di allora.

Sirene

Ciò che non dovresti fare, a mio avviso, è di preoccuparti delle opinioni degli altri a parte i tuoi amici. Non dovresti preoccuparti di avere prestigio. Il prestigio è l'opinione del resto del mondo. Quando chiedi il parere delle persone di cui rispetti il giudizio, cosa aggiunge considerare l'opinione delle persone che nemmeno conosci? [4]

Come consiglio, è facile da dare. E' difficile da seguire, specialmente quando sei giovane. [5] Il prestigio è come una potentissima calamita che attira anche le tue convinzioni riguardo a quello che ti diverte. L'effetto è quello di farti lavorare non su quello che ti piace, ma su quello che vorresti che ti piacesse.

Questo è ciò che spinge le persone a scrivere romanzi, per esempio. Ad essi piace leggere i romanzi. Osservano come le persone che li scrivono vincono premi Nobel. Cosa ci potrebbe essere di più strabiliante, pensano, che essere uno scrittore? Ma gradire l'idea di essere un romanziere non è sufficiente; ti deve piacere il vero lavoro dello scrittore di romanzi per essere veramente bravo a farlo; ti deve piacere costruire menzogne elaborate.

Il prestigio è solo ispirazione fossilizzata. Renderai prestigiosa qualsiasi cosa tu faccia abbastanza bene. Ci sono un sacco di cose oggi consideriate prestigiose che un tempo erano tutto tranne quello. Viene in mente il jazz-- anche se qualsiasi forma d'arte tradizionale andrebbe bene. Quindi fai quel che ti piace, e lascia che il prestigio pensi a se stesso.

Il prestigio è particolarmente dannoso per gli ambiziosi. Se vuoi far perdere tempo ad una persona ambiziosa su quisquilie, il modo per adescarle è il prestigio. E' la ricetta per mandare qualcuno a fare discorsi, scrivere prefazioni, far parte di comitati, fare il capo di dipartimento, e così via. Una buona regola potrebbe essere evitare questi compiti prestigiosi. Se non facessero schifo, non avrebbero dovuto renderli prestigiosi.

Analogamente, se porti in gran rispetto due tipi di lavoro in egual misura, ma uno è più prestigioso, dovresti probabilmente scegliere l'altro. La tua opinione su cosa sia rispettabile viene sempre influenzata almeno in parte dal prestigio, quindi se i due ti sembrano uguali, probabilmente hai un'ammirazione più sincera per il meno prestigioso.

L'altra grande forza che guida le persone fuori strada sono i soldi. I soldi in se stessi non sono così pericolosi. Quando qualche attività è pagata bene ma viene vista come riprovevole, come il telemarketing, la prostituzione, l'infortunistica, la gente ambiziosa non ne è attratta. Questo tipo di lavoro finiscono per farlo persone che "provano a farsi una vita." (Suggerimento: evitare qualsiasi campo in cui chi fa pratica dice questo.) Il pericolo viene dalla combinazione di denaro e prestigio, come accade per esempio ad avvocati e medici di chiara fama. Una carriera sicura e prosperosa, corredata da un prestigio di base acquisito automaticamente può tentare abbastanza pericolosamente qualche giovane che non ha ancora pensato a che cosa veramente gli piace.

Il test per sapere se alle persone piace quel che fanno è scoprire se lo farebbero anche se non venissero pagati-- anche se dovessero fare un altro lavoro per vivere. Quanti legali aziendali farebbero il loro lavoro se dovessero farlo gratis, nel loro tempo libero, e prendere un lavoro da cameriere per pagarsi le bollette?

Questo test è di particolare aiuto per decidere fra tipi diversi di lavori accademici, perché da una materia all'altra la situazione cambia in modo molto brusco. Molti bravi matematici farebbero i matematici anche se non ci fosse lavoro come professori di matematica, mentre nel dipartimento all'altro estremo, la disponibilità del lavoro di insegnamento è ciò che attira le persone: la gente preferisce fare il professore di inglese piuttosto che lavorare in agenzie di volantinaggio, e pubblicare lavori è il modo per aspirare ad occupare uno di quei posti. La matematica esisterebbe anche senza i dipartimenti di matematica, ma è l'esistenza di cattedre di Inglese, e di conseguenza il lavoro di insegnamento relativo, che dà vita a tutte quelle migliaia di terribili scritti sul sesso e l'identità nei lavori di Conrad. Nessuno fa questo genere di cose per divertimento.

Il consiglio dei genitori tende a indirizzare verso la parte dei soldi. Si può affermare con una certa sicurezza che ci sono più studenti che vogliono fare i romanzieri, i cui genitori vogliono che prendano la laurea, piuttosto che studenti che vogliono laurearsi ma i cui genitori vogliono che diventino dei romanzieri. I ragazzi pensano che i genitori vedano solo l'aspetto "materiale". Non è necessariamente così. Tutti i genitori tendono ad essere conservativi nei riguardi dei figli più di quanto non lo siano per loro stessi semplicemente perché, come genitori, condividono i rischi più dei benefici. Se tuo figlio di otto anni decide di scalare un albero, o tua figlia teenager decide di uscire con il bullo del quartiere, tu non avrai nemmeno una frazione del loro divertimento, ma se tuo figlio cade, o tua figlia resta incinta, dovrai affrontarne le conseguenze.

Disciplina

Con forze così potenti che cercano di metterci fuori strada, non sorprende che sia così difficile scoprire su cosa ci piace lavorare. La maggior parte delle persone sono predestinate dall'infanzia ad accettare l'assioma lavoro = dolore. Quelli che riescono ad evitarlo finiscono per naufragare comunque sugli scogli del prestigio e del denaro. Quanti riescono a scoprire qualcosa che amano veramente fare? Poche centinaia di migliaia, probabilmente, su miliardi di persone.

E' difficile trovare un lavoro che ami; deve esserlo, se ci riescono così pochi. Quindi non sottostimare il compito. E non sentirti inadeguato se ancora non ci sei riuscito. In effetti, se ammetti di essere scontento, sei già un passo avanti rispetto a molta gente, che lo ancora negano. Se sei circondato da colleghi che dicono di trovare divertente il lavoro che per te è fastidioso, ci sono buone probabilità che stiano mentendo a se stessi. Non è garantito, ma è probabile.

Anche se per fare lavori impegnativi serve meno disciplina di quanto si possa pensare-- perché il modo giusto per fare lavori impegnativi è trovare qualcosa che ti piaccia tanto da non dovere forzarti a farlo-- trovare il lavoro che ti piace richiede disciplina. Alcune persone sono abbastanza fortunate da sapere quello che vogliono fare a 12 anni, e ci scivolano dentro come fossero dentro ai binari. Ma questa sembra essere l'eccezione. Molto spesso le persone che fanno grandi cose hanno carriere che sembrano la traiettoria di una pallina da ping-pong. A scuola studiano A, smettono e trovano un lavoro B, quindi diventano famosi per C dopo averlo intrapreso per caso.

A volte saltare da un tipo di lavoro ad un altro è segno di grande energia, e a volte è segno di grande pigrizia. Stai mollando o stai segnando fieramente un nuovo percorso? Spesso non lo sapresti dire nemmeno tu. Un sacco di gente che finisce per fare grandi cose sembra essere una delusione nei primi tempi, quando ancora cercano la loro nicchia.

C'è qualche test a disposizione per cercare di non mentirsi? Un modo è quello di fare un buon lavoro in qualsiasi caso, anche se non ti piace. Almeno saprai che non stai usando l'insoddisfazione come scusa per essere pigro. Forse ancora meglio, metterai su il vizio di fare le cose per bene.

Un altro test che puoi usare è: produrre sempre. Per esempio, se hai un lavoro quotidiano che non prendi seriamente perché stai pensando di diventare un romanziere, stai producendo? Stai scrivendo pagine di racconti, anche se alla meno peggio? Finché produci qualcosa, sai che non stai usando l'accecante visione del grande racconto che hai intenzione di scrivere un giorno come oppiaceo. La visione di esso sarebbe ostacolata da tutte le magagne fin troppo plateali che affliggono in realtà la tua scrittura.

"Produrre sempre" è inoltre un metodo euristico per trovare il lavoro che ami. Se ti imponi questo vincolo, automaticamente verranno spinte via tutte le cose sulle quali si suppone tu debba lavorare a vantaggio delle cose che ti piacciono veramente. "Produrre sempre" troverà il lavoro della tua vita nello stesso modo in cui l'acqua, con l'aiuto della forza di gravità, trova il foro nel tuo soffitto.

Ovviamente, scoprire che lavoro ti piace non significa che tu possa lavorarci effettivamente. Questo è un problema separato. E se sei ambizioso dovresti tenerlo separato: devi fare uno sforzo conscio per tenere le tue idee su cosa vuoi fare non contaminate da quanto sembri effettivamente possibile. [6]

Tenere separate le due cose è doloroso, in quanto doloroso è osservare l'abisso che c'è fra esse. Così molte persone abbassano preventivamente le loro aspettative. Per esempio, se chiedessi a una persona a caso presa dalla strada se piacerebbe loro saper disegnare come Leonardo, scopriresti che la maggior parte risponderebbe qualcosa del tipo "Oh, io non so disegnare." Questo è più una presa di posizione che un fatto; significa, non voglio provare. Perché il fatto è che, se prendi una persona a caso per strada e in qualche modo riesci a farla lavorare duramente sulla pittura per i prossimi venti anni, farebbe dei progressi sorprendenti. Ma questo richiederebbe un grande sforzo morale; significherebbe fissare negli occhi il fallimento per anni. Pertanto le persone si proteggono dicendo "Non sono capace."

Un'altra scusa che si sente dire spesso è che non tutti possono fare il lavoro che amano-- che qualcuno deve pur fare i lavori spiacevoli. Davvero? E come si obbliga a fare qualcosa? Negli Stati Uniti l'unico meccanismo per forzare le persone a fare lavori spiacevoli è la coscrizione, e non è stata praticata da almeno 30 anni. Tutti ciò che possiamo fare è incoraggiare la gente a fare lavori spiacevoli, usando soldi e prestigio.

Se c'è qualcosa che nonostante tutto nessuno vuole fare, a quanto pare la società farà a meno di quella figura. E' successo con i maggiordomi. Per millenni fu l'esempio canonico di un lavoro che "qualcuno doveva fare". Eppure, alla metà del ventesimo secolo i maggiordomi sono praticamente scomparsi nei paesi ricchi, e i ricchi hanno semplicemente dovuto fare senza.

Quindi mentre esistono cose che qualcuno deve fare, ci sono buone probabilità che chiunque lo dice riguardo un particolare lavoro si sbagli. Molti lavori spiacevoli sono stati automatizzati oppure sono caduti in disuso se nessuno aveva la volontà di farli.

Due strade

C'è un'altra accezione di "non tutti possono fare il lavoro che amano" che è altrettanto vero, comunque. Una persona deve farsi una vita, ed è difficile essere pagati per il lavoro che si ama. Ci sono due strade per raggiungere questo obiettivo:

- la strada organica: più diventi importante, fai sempre più cose che ti piacciono a scapito di quelle che non ti piacciono.

- la strada a due lavori: lavorare su cose che non piacciono per avere i soldi per coltivare le cose che ti piacciono.

La strada organica è la più comune. Accade spontaneamente a chi lavora bene. Un giovane architetto deve accettare tutto il lavoro che gli viene offerto, ma se lavora bene gradualmente si troverà in una posizione per poter scegliere fra i progetti da accettare. Lo svantaggio di questa strada è che risulta lenta e incerta. Anche le garanzie non rappresentano una vera libertà.

La strada a due lavori si presenta con diverse varianti che dipendono da quanto tempo lavori per denaro ogni volta. Ad un estremo c'è il lavoro quotidiano, in cui lavori sempre le stesse ore per guadagnare, e lavori su quel che ti piace nel tempo libero. All'altro estremo fai un lavoro fino a quando non hai guadagnato abbastanza da non dover più lavorare per soldi.

La strada a due lavori è meno comune della strada organica perché richiede una scelta deliberata. E' anche più pericolosa. La vita tende a diventare più dispendiosa a mano a mano che diventi vecchio, quindi è facile essere risucchiati dal lavoro per fare i soldi più tempo del previsto. Peggio ancora, qualsiasi cosa su cui tu lavori ti cambia. se lavori troppo su argomenti noiosi, ti andrà a male il cervello. E i lavori meglio pagati sono i più pericolosi, perché richiedono tutta la tua attenzione.

Il vantaggio della strada a due lavori è che ti lascia saltare gli ostacoli. Il terreno dei possibili lavori non è pianeggiante; ci sono muri di diverse altezze tra diversi tipi di lavoro. [7] Il trucco di massimizzare le parti del tuo lavoro che ti piacciono possono portarti dall'architettura di interni alla progettazione di prodotti, ma non ad una carriera musicale. Se guadagni i tuoi soldi con un tipo di occupazione e poi lavori su un'altra, hai più libertà di scelta.

Che strada devi prendere? Dipende da quanto sei sicuro di ciò che vuoi fare, da quanto sei capace di prendere ordini, da quanto rischio puoi sopportare, e dalle possibilità che qualcuno ti paghi (durante la vita) per quanto intendi fare. Se sei sicuro del campo in cui vuoi lavorare ed è qualcosa per cui è probabile che qualcuno ti paghi, probabilmente dovresti prendere la strada organica. Ma se non sai su cosa vuoi lavorare, o non ti piace prendere ordini, potresti trovarti meglio con la strada a due lavori, se ti puoi permettere il rischio.

Non decidere troppo presto. I ragazzi che sanno già quello che vogliono fare suscitano ammirazione, come se avessero trovato la risposta ad un determinato problema matematico prima dei loro coetanei. Hanno una risposta, di certo, ma ci sono buone probabilità che sia sbagliata.

Una mia amica, stimato medico, si lamenta costantemente del suo lavoro. Quando i ragazzi che si iscrivono al corso di laurea in Medicina le chiedono un consiglio, lei vorrebbe scuoterli e urlare "Non lo fate!" (Ma non lo fa mai.) Come si è cacciata in questo pasticcio? Alle superiori lei voleva già essere un dottore. E lei è così ambiziosa e determinata che è riuscita a superare tutti gli ostacoli che le si sono parati davanti-- incluso, sfortunatamente, il fatto che non le piacesse.

Ora ha una vita scelta per lei da una ragazza delle superiori.

Quando sei giovane, ti viene data l'impressione che tu abbia informazioni sufficienti per fare ogni scelta prima che tu la debba fare. Non è senz'altro vero per il lavoro. Quando devi decidere che cosa fare, hai sottomano delle informazioni ridicolmente incomplete. Anche all'università maturi un'idea molto vaga su cosa consistano i vari tipi di lavoro. Nella migliore delle ipotesi puoi fare un paio di stage, ma non tutti i lavori prevedono uno stage, e quelli che lo offrono di solito non insegnano più di quanto l'essere un addetto all'attrezzatura non insegni a giocare a baseball.

Nel progettare la vita, come a progettare la maggior parte delle cose, avrai risultati migliori se usi strumenti flessibili. Quindi, a meno che tu non sia abbastanza sicuro di quello che vuoi fare, il tuo miglior tentativo può essere quello di scegliere un tipo di lavoro che possa trasformarsi in una strada organica o in una a due lavori. Questa è probabilmente parte delle ragioni per cui ho scelto i computer. Puoi essere un professore, o fare un sacco di soldi, o plasmarlo in un numero infinito di altri lavori.

E' anche saggio, fin da subito, cercare lavori che ti permettano di fare tanti tipi di cose, in modo che tu possa imparare più in fretta cosa siano i vari tipi di lavoro. Viceversa, la versione estremizzata della strada a due lavori è pericolosa perché ti insegna molto poco su quello che ti piace. Se lavori duramente per per diventare un consulente finanziario per dieci anni, pensando che poi smetterai e scriverai romanzi non appena avrai abbastanza soldi, cosa succederà quando smetti davvero e scopri che scrivere romanzi in realtà non ti piace così tanto?

Molta gente potrebbe dire: nel caso mi occuperò del problema. Dammi un milione di dollari poi penserò io a come spenderlo. Ma è più difficile di quanto sembra. I vincoli danno anche una direzione per la vita. Rimuovili e la maggior parte delle persone non avrà un'idea di cosa fare: basta vedere a ciò che succede a chi vince alla lotteria o a chi riceve ingenti eredità. Anche se quasi tutti pensano di volere la sicurezza economica, le persone più felici non sono quelle che ce l'hanno, ma quelli che fanno ciò che amano. Alla luce di questo, un piano che promette la libertà a scapito di sapere cosa si andrà a fare può non essere buono come sembra.

Qualsiasi strada tu intraprenda, ti aspetta una battaglia. Trovare il lavoro che ami è molto difficile. Molta gente non si riesce. Anche se ce la fai, è raro essere liberi di lavorare su quello che piace fino ai trenta o ai quarant'anni. Ma se hai un obiettivo in mente è più probabile che tu ci arrivi. Se sai che puoi amare il tuo lavoro, ti stai già scaldando i muscoli, e se sai qual è il lavoro che ami fare, praticamente sei arrivato.

Note

[1] In generale viene fatto l'opposto: quando facciamo fare lavori noiosi ai ragazzi, come le espressioni matematiche, anziché ammettere francamente che sono noiose, cerchiamo di mascherarle con pizzi e merletti.

[2] Un padre mi ha parlato di un fenomeno opposto: si è trovato a dover nascondere alla sua famiglia quanto gli piacesse il proprio lavoro. Quando voleva andare al lavoro di sabato, trovava più facile dire che ci "doveva" andare per qualche ragione, piuttosto che ammettere di preferire lavorare al posto che stare a casa con loro.

[3] Qualcosa di simile succede con le zone residenziali. I genitori si trasferiscono nei quartieri residenziali per crescere i ragazzi in un ambiente sano, ma questi sono così piatti e artificiali che all'età di quindici anni i ragazzi sono convinti che tutto il mondo sia noioso.

[4] Non sto dicendo che gli amici dovrebbero essere gli unici spettatori del tuo lavoro. Più gente puoi aiutare, meglio è. Ma la tua bussola siano gli amici.

[5] Donald Hall disse che i giovani poeti sono ossessionati dal pubblicare. Ma si può immaginare che cosa rappresenti per ventiquattrenne riuscire a pubblicare una poesia su The New Yorker. Ora la gente che incontra ai party sa che lui è un vero poeta. in realtà non è né meglio né peggio di prima, ma per un pubblico ignorante come quello, l'approvazione di un'autorità ufficiale fa la differenza. La ragione per cui i giovani ci tengono così tanto al prestigio è che la gente che loro vogliono impressionare non è dotata di un gran senso critico.

[6] Questo è isomorfico al principio per cui dovresti evitare che le tue credenze riguardo a come sono le cose vengano contaminate da come vorresti che fossero. Molta gente mischia le due cose allegramente. La continua popolarità delle religioni è la più tangibile prova di questo.

[7] Una metafora più accurata sarebbe dire che il grafo dei lavori non è molto ben connesso.

Grazie a Trevor Blackwell, Dan Friedman, Sarah Harlin, Jessica Livingston, Peter Norvig, Robert Morris, e Aaron Swartz per aver letto la bozza di quest'articolo.

Se hai gradito questo scritto, potrebbe piacerti anche Hackers & Painters.



[Traduzione: Decio Biavati]



4 commenti:

Beavis ha detto...

Grazie per la traduzione, articolo molto interessante

Kindjal ha detto...

ho appena finito di leggerlo in inglese e volevo tradurlo in italiano io. Ma il tuo lavoro è talmente buono che ci rinuncio!

Kindjal ha detto...

ho appena finito di leggerlo in inglese e volevo tradurlo in italiano io. Ma il tuo lavoro è talmente buono che ci rinuncio!

Decio Biavati ha detto...

@Kindjal: caspita, questo si' che e' un complimento! :)
@Beavis: grazie, sono contento che tu abbia apprezzato.