Dal blog di Don:
In questi giorni, anche se cerco di rimandare tutte le decisioni all'ultimo, devo ammettere che mi scoccia fare un po' tutto. Per esempio, scrivere mi scoccia, perché devo stare attento ad essere leggibile, anche nei riguardi di me stesso. Sono ormai abbastanza sicuro di avere avuto un ictus (la diagnosi medica finale è ancora in sospeso); uno piccolo, suppongo, dato che guido ancora poche settimane dopo il mio 93esimo compleanno. A quest'età, devo ammettere che ci provo gusto nel vedere lo stupore della gente quando dico quanti anni ho. Ma sotto tutto c'è la consapevolezza che sono il maschio che ha vissuto più a lungo di entrambi i rami della mia famiglia, materno e paterno, e che me ne dovrò andare abbastanza presto. Semplicemente non mi piace l'idea.
Ho galleggiato sul classico "Stato lì, fatto questo" per un po' di tempo, ma la nozione che si avvicina il momento in cui non potrò più dirlo mi secca. La verità è che non me ne voglio andare.
Ci sono molte ragioni. Per un sacco di tempo mi sono comportato come se potessi posporre tutto indefinitamente, e così ho un mucchio di cose che devo fare subito. Non voglio che i miei successori scoprano quante cose avrei potuto fare e non ho fatto, almeno per un bel po'. Ci sono tante note e lettere che devo scrivere. Ci sono posti che avrei voluto visitare, ma non ne ho mai avuto l'occasione. In realtà, ciascuno di voi potrebbe, se pensasse per un attimo di avere la mia età, stilare la lista. Almeno potrebbe provare a capire perché dico che odio andarmene.
Don To Earth: It Bothers Me That I Have To Go
In questi giorni, anche se cerco di rimandare tutte le decisioni all'ultimo, devo ammettere che mi scoccia fare un po' tutto. Per esempio, scrivere mi scoccia, perché devo stare attento ad essere leggibile, anche nei riguardi di me stesso. Sono ormai abbastanza sicuro di avere avuto un ictus (la diagnosi medica finale è ancora in sospeso); uno piccolo, suppongo, dato che guido ancora poche settimane dopo il mio 93esimo compleanno. A quest'età, devo ammettere che ci provo gusto nel vedere lo stupore della gente quando dico quanti anni ho. Ma sotto tutto c'è la consapevolezza che sono il maschio che ha vissuto più a lungo di entrambi i rami della mia famiglia, materno e paterno, e che me ne dovrò andare abbastanza presto. Semplicemente non mi piace l'idea.
Ho galleggiato sul classico "Stato lì, fatto questo" per un po' di tempo, ma la nozione che si avvicina il momento in cui non potrò più dirlo mi secca. La verità è che non me ne voglio andare.
Ci sono molte ragioni. Per un sacco di tempo mi sono comportato come se potessi posporre tutto indefinitamente, e così ho un mucchio di cose che devo fare subito. Non voglio che i miei successori scoprano quante cose avrei potuto fare e non ho fatto, almeno per un bel po'. Ci sono tante note e lettere che devo scrivere. Ci sono posti che avrei voluto visitare, ma non ne ho mai avuto l'occasione. In realtà, ciascuno di voi potrebbe, se pensasse per un attimo di avere la mia età, stilare la lista. Almeno potrebbe provare a capire perché dico che odio andarmene.
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